IL Carnevale in Lucania


Carnevale comincia il giorno di Sant' Antonio Abate. Un proverbio lucano, infatti, recita "a Sant'Antuon maschere e suon" il primo segnale dell'arrivo della festa più colorata e divertente dell'anno è dato dal fuoco. In quasi tutti i centri lucani il Santo dei maiali, delle mucche, delle pecore e di tutti gli animali domestici viene ricordato con l'accensione di grandi falò. I fuochi vengono accesi nelle piazze principali e soprattutto davanti alle chiese perché vengono benedetti dal parroco.

Una volta benedetto ognuno raccoglie un pezzo di tizzone e se lo porta a casa facendolo continuare ad ardere nel suo caminetto. E' di buon auspicio. il fuoco è un elemento che si incontra sempre, fino alla fine di carnevale.

Le mascherate si concludono con il funerale e il rogo del fantoccio che rappresenta carnevale. Oltre alla distruzione del fantoccio il più delle volte si assiste allo Strazio di finti pianti della moglie. Quest'ultima viene chiamata con il nome di Quarernana ed è sempre impersonata da un uomo che si traveste con abiti femminili. Le feste durano fino alla vigilia delle Ceneri e si articolano con rappresentazioni di vario tipo. il tutto fa ricordare le manifestazioni goliardiche che una volta si attuavano nelle sedi universitarie.

Tutte le famiglie organizzano tra le mura domestiche feste paesane dove si balia e si canta fino a tardi.

Durante le danze accompagnate dall'organetto e il "cupa cupa", la festa si trascina tra sberleffi e scherzi di vario genere la gioia dei partecipanti è resa ancora più forte dal vino ormai maturo che scorre a fiumi sulle tavole allungate con piani di legno. Si beve molto perche si mangia salato. I piatti, infatti sono tutti a base di carne di maiale. Quello più noto ('u struscidd') è fatto dei ritagli rimasti quando si preparano le salsicce. I pezzetti di maiale vengono fritti solitamente con i peperoni conservati nell'aceto.

Ovviamente sulla tavola non mancano le salsicce, ma per l'occasione si taglia anche la soppressata fatta di carne suina scelta. il provolone piccante, il cacio cavallo e la ricotta fresca completano il quadro degli alimenti salati. Per addolcire la bocca oltre al vino si fa molto uso del finocchio e del sedano che viene condito con pinzimonio fatto di olio sale e pepe. Carnevale, quindi, è un insieme di canti, balli, mangiate e bevute a tutto spiano. La gente si diverte in famiglia, ma il giorno di Sant'Antuon' è anche una festa religiosa.

E' una festa che serve a ringraziare il Santo e per distinguerlo dal fraticello di Padova al posto del giglio la gente fa benedire gli animali domestici. In diversi paesi alla festa religiosa e a quella che le famiglie festeggiano nelle case si aggiunge quella delle piazze.

Per esempio a Pignola si usa fare la corsa dei muli e dei cavalli, a San Mauro Forte esiste la gara dei campanacci, a Trivigno vi è l'usanza di mangiare in mezzo alla strada, in tanti altri ci sono le classiche sfilate dei carri che ricordano molto dì passaggio delle transumanze. I "fanoi" i fuochi di Sant'Antonio Abate si accendono invece un po' dappertutto. il tutto viene favorito anche dalle temperature rigide che in questo particolare periodo si avvertono nei paesi di montagna, diventa anche un modo per raccontare fatti e storielle stando intorno al falò per riscaldarsi. A Pignola da qualche anno si è dato vita ad una festa di tipo storico in onore della Regina Giovanna il d'Angiò Durazzo. Nel corso della manifestazione pignolese la regina Giovanna impersonata da una delle più belle fanciulle del paese premia il giorno di Sant'Antonio Abate il vincitore della corsa dei muli.

Tratto da "La Nuova Basilicata" del 17 gennaio 1999 - Articolo di Antonio Savino


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