Un affascinante viaggio che tocca la Basilicata in alcuni suoi aspetti antichi, storici, popolari e simbolici. Lo Scaricavascio ed il Pizzic’Antò sono tradizioni popolari antiche e quasi del tutto scomparse, che oggi giovani lucani tentano di riprendere, sperimentando i propri limiti.

Le “torri” di cui si parla sono costituite in strutture di mattoni umani nei quali giovani individui con forza fisica e buona dose di coraggio concorrono a superare se stessi lanciando un monito severo a chi, temporaneamente, ha “il coltello dalla parte del manico”.

Gabriele Di Stasio è nato a Potenza nel 1975. Dopo aver seguito corsi di Antropologia in Italia e Spagna, si laurea in Lettere Moderne e consegue a Roma un master in Public European Relation.

Lavora poi a Milano all’organizzazione di eventi per Vaillant, Shell, Xerox e Philips.

A Roma nel 2004 segue la Media Relations dell’Anec-Agis Lazio (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo – Associazione Nazionale Esercenti Cinema), occupandosi delle due compagnie di comunicazione CinCin Cinema e Last Minute Teatro, primo botteghino d’Italia.

Attualmente è docente in Comunicazione in corsi formativi, scrive di cultura per riviste su carta (InArte, Multiversi, Lucano Magazine, Il Treno) ed on-line (Basilicatanet.it), ed è project manager del primo Festival Internazionale Cinematografico dedicato interamente al documentario creativo ed al cinema femminile: Io, Isabella – International Film Week.

 Editore: Sacco Editore (http://www.arduinosacco.it/)

Così è stato, da più parti, definito il saggio:

"Un viaggio attraverso riti che si perdono nel tempo e che sono alla base delle nostre radici"  - La Gazzetta del Mezzogiorno.

 "Incantato dai castelli umani, Di Stasio con questo libro valorizza il territorio"  - Il Quotidiano del Sud.

"Affascinante viaggio che, partendo dalla Spagna, tocca la Basilicata in alcuni suoi aspetti antichi, storici, popolari e simbolici"  - La Nuova del Sud